Al Natta incontro con Zorzi e Segre


Venerdì mattina è stato un momento storico per la comunità studentesca dell'Istituto Natta di Rivoli. Storico sotto almeno due punti di vista: per l'argomento trattato e per le persone incontrate, oltre che per l'originalità dell'evento. Il momento, dedicato alla riscoperta delle leggi razziali del 1938 e alla condivisione dei lavori dei ragazzi delle classi quinte, in particolare la 5A liceo e la 5B energia, è stato un successo. Umano e didattico. Ma andiamo con ordine.

Seguendo le indicazioni nazionali del Miur, che obbligano le classi quinte degli istituti superiori italiani a prepararsi in maniera consona e attenta agli aspetti di cittadinanza e Costituzione in previsione dell'esame di Stato del prossimo giugno, i professori Meotto, Toro e Galfano della nostra scuola rivolese hanno deciso di muoversi per dare ai propri alunni una possibilità di interfacciarsi direttamente con quegli argomenti, andando a parlare con qualcuno che fosse stato testimone di quei momenti nel quale cittadinanza e Costituzione non erano due parole del vocabolario degli Italiani.

Ma, ad esser precisi, come ha ribadito la vice-preside Simonetta Bosia all'inizio della conferenza svoltasi nel teatro scolastico, «la volontà di parlare di questi temi non nasce da un'imposizione dall'alto, ma dalla certezza che certi valori di partecipazione e conoscenza critica sono contenuti educativi e formativi che, come insegnanti, siamo fieri di trasmettere ai nostri alunni».

Ecco quindi che la comunità studentesca ha accolto due concittadini capaci di interagire in maniera diretta e proficua con la storia italiana e locale. Carlo Zorzi, presidente de La Meridiana, autore, insieme a Mario Jona e al team di ricerca della sua associazione, di una ricerca su due uomini che si prodigarono e opposero alle deportazioni ebraiche nel corso degli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Una delle pagine più terribili della storia italiana del Novecento. Monsignor Barale e don Cavasin, “Due Giusti ritrovati”, come intitola il libro a loro dedicato, edito da Neos nella collana Storia nel 2016.

E poi, soprattutto, i ragazzi hanno potuto godere dell'incontro con l'avvocato Bruno Segre, classe 1917, partigiano, antifascista, razzialmente ebreo secondo il dogma fascista. Uomo capace di instillare come un accorto giardiniere le stille della propria saggezza e del proprio pensiero libero alla platea dei giovani agognanti di sapere.

Un momento di confronto e dibattito tra generazioni sui temi della libertà e la sua negazione, delle differenze e comunioni tra passato e presente, della giustizia e della vendetta, dell'umano e del disumano.